Abbiamo avuto la fortuna di parlare con tanti ragazzi e ragazze del nostro underground nel corso di questi anni d'attività. Anni in cui le mode si sono trasformate, plasmate e adattate a tutte le esigenze comunicative del caso. Così come la fotografia, sempre più preda di finti professionisti del mestiere che rubano spazio vitale a chi di questa forma d'arte ne sta facendo un proprio baluardo morale oltre che per lavoro. Abbiamo intervistato Oriella, più conosciuta come Oriè o come creatrice della Party Boots.1) CIAO ORIE'! COME STAI?
Ciao! Tutto bene grazie! E te? A casa stanno tutti bene?
2) PROCEDIAMO CON CALMA: COME HAI CONOSCIUTO LA FOTOGRAFIA?
C'è da dire che la mia introduzione alla fotografia va di pari passo con la mia introduzione al mondo della musica e dei concerti. Avevo 17 anni. È nato tutto durante i primi concerti dei gruppi di miei amici o di mio fratello. Una sera mi sono portata una compattina a pellicola e ho fatto qualche scatto, ma con quel tipo di macchina fotografica e quelle condizioni di luce potevo solo scattare con il flash e il risultato era pessimo, così ho imbracciato la reflex Olympus OM1 di mio papà per provare a scattare in luce ambiente. Essendo poco esperta ovviamente di foto buone ne uscivano poche, ma quelle poche comunque piacevano a molti, così ho continuato a fare pratica e più avanti ho considerato l'idea di studiare fotografia dopo il diploma.
Il mio fine è stato subito chiaro fin dal primo anno d'università, volevo imparare la fotografia per lavorare nel mondo della musica.
3) MOLTI TUOI COLLEGHI AFFERMANO CHE SCATTARE UNA FOTOGRAFIA PRODUCE DENTRO AL FOTOGRAFO FORTE EMOZIONI! TU COSA PROVI?
Mentre scatto mi limito a trattenere il respiro, quindi il massimo che l'azione dello scattare una foto può suscitare in me è un principio d'asfissia!
Per quanto mi riguarda le emozioni arrivano dopo, quando gli scatti sono là fuori, pubblicati sulle pagine dei giornali o sui siti internet.
Quando le immagini utilizzate per promuovere i gruppi che scelgono di lavorare con me diventano parte integrante dei gruppi stessi. Tramite la foto promozionale il gruppo stabilisce un contatto con il suo pubblico, ne richiama l'attenzione a livello visivo e rimane nell'immaginario collettivo. Ciò che mi provoca una forte emozione è il fatto che la fotografia l'abbia scattata io.
4) COS'E' PARTY BOOTS? SPIEGACI UN PO!
Party Boots è un progetto collaterale che ho sviluppato per documentare la vita del clubbing cittadino. La mia intenzione è quella di spostare l'attenzione sul pubblico, fotografare la gente che balla e si diverte senza metterla in posa, più le facce sono spontanee e meglio è. Il risultato è spesso molto divertente, anche grazie al fatto che uso un'ottica che deforma molto i lineamenti. L'idea mi è venuta per caso, lavorando in un piccolo club che si chiama Pacha durante le serate del sabato denominate Disco Volante, le foto piacevano molto così ho pensato di utilizzare quel metodo anche in altri locali e feste creando poi un blog (www.party-boots.blogspot.com) in cui pubblicare le foto come se fosse una rivista. Ogni festa che fotografo viene presentata con una foto di copertina (solitamente la più divertente o significativa) su cui è indicato il nome della festa, la data, il luogo e un breve testo d'introduzione; cliccando sull'immagine parte lo slideshow con il resto delle foto della serata. La cosa divertente è che con il tempo si è creata una certa attenzione sulla foto che finisce in copertina, innescando tra chi segue il blog una specie di contest per farsi fare una foto abbastanza divertente da vincere la copertina di ogni numero.
5) TUO FOTOGRAFO PREFERITO E PERCHE'!
Annie Leibovitz, senza dubbio. Perchè ha fatto la storia della fotografia in campo musicale e di spettacolo. Lavorando al Rolling Stone negli anni 70 era al posto giusto nel momento giusto e li ha fotografati tutti senza sbagliare mai un colpo. Adoro tutti gli aspetti del suo lavoro: l'ironia che mette nei ritratti alle celebrità (tipo Whoopy Goldberg immersa in una vasca piena di latte, o John Belushi e Dan Aykroyd in tenuta da Blues Brothers con i visi dipinti di blu), la capacità di progettazione dello scatto in set così complicati da rasentare i livelli di una produzione cinematografica (come ad esempio il servizio di moda ispirato a Romeo e Giulietta realizzato per Vogue, o la serie "Disney Fairytale Photographs") e al contempo l'intensità che traspare anche dai ritratti più semplici a musicisti storici in ambienti ordinari come backstages o sale prova (alcuni esempi sono raccolti nel libro fotografico "American Music").
6) DOVE STIAMO ANDANDO CON LA FOTOGRAFIA? COME LA VEDI DA QUI A 10 ANNI PER ESEMPIO?
Prima di tutto da qui a 10 anni io spero d'averci ancora a che fare con la fotografia!
Parlando seriamente spero che tra 10 anni si sia ristabilito il confine tra fotografia amatoriale/ludica e fotografia professionale. Il discorso è trito e ritrito ma non mi stancherò mai di dirlo, una fotografia solo perché è diventata un'entità impalpabile fatta di pixels non è necessariamente un bene gratuito. Chi intraprende la fotografia come professione ha delle spese da affrontare che vanno oltre a quelle per le pellicole e la stampa, ma soprattutto mette a disposizione del cliente le proprie capacità tecniche e creative che è necessario pagare al giusto prezzo di mercato.
La corsa al ribassamento sfrenato delle tariffe è figlia di un dilettantismo imperante derivato dall'era digitale che mette in testa alle persone di essere fotografi una volta comprata una reflex che nemmeno sanno usare in modalità manuale.
7) COSA CONSIGLIERESTI AD UN RAGAZZO O AD UNA RAGAZZA GIOVANE CHE VORREBBE DIVENTARE UN VERO FOTOGRAFO?
Inutile dire che il mio consiglio è di studiare la teoria, fare pratica, usare i programmi di fotoritocco come se fossero una camera oscura e non una lavagna magica su cui pasticciare in allegria.
8) IL TUO SET PREFERITO. RACCONTACELO
Ecco questa è difficile. Ce ne sono stati tanti di set divertenti: tra quelli per il mio libro "Una città indipendente..." i migliori sono stati i Fraulein Rottenmeier in ginocchio sui ceci e in castigo dietro alla lavagna, i Reels of joy che hanno intrapreso un mini torneo di Twister e i Ventannica che si sono presentati in muta da sub con braccioli, materassino e orca gonfiabile sottobraccio.
I set che preferisco sono quelli in cui si instaura un rapporto di complicità con il gruppo, in questo senso i set fatti con i Marydolls sono sempre stati molto divertenti anche perchè siamo amici di lunga data quindi c'è quella confidenza che fa scattare la stupidera collettiva che porta sempre ottimi risultati!
Di sicuro il miglior set fuori dallo studio l'ho fatto con L'invasione degli omini verdi in occasione di un loro concerto a Imola, ci siamo piazzati in camerino e ci siamo divertiti a scattare dei primissimi piani con il fisheye, foto spontanee e senza grandi pretese.
Altri gruppi con cui mi sono divertita molto sono stati i Notimefor, Insooner e Odatto Chernobil venuti rispettivamente da Gallarate, Varese e Parma.
9) PROSSIMI TUOI EVENTI O PROGETTI FOTOGRAFICI!
Con Party Boots mi trovate quasi tutti i Venerdì sera al Vinile45 o spesso alle serate Sparta. nel bosco organizzate mensilmente al Latte+, controllate la pagina facebook di Party Boots per sapere con precisione dove trovarmi (www.facebook.com/partyboots).
Il 16 Marzo ho in programma una proiezione dei miei scatti più apprezzati presso la Concessionaria con djset a cura di Glamnoise. Mentre per il resto ho un po' di ideuzze che mi frullano nella testa e che spero vedranno la luce a breve!
10) IL TEMPO A NOSTRA DISPOSIZIONE E' TERMINATO. CIAO ORIE' E GRAZIE DI CUORE PER IL TUO TEMPO. SALUTA I NOSTRI LETTORI
Grazie a te per l'interesse nei confronti del mio lavoro!
Ciao lettori! L'intervista è finita, andate in pace...era così no?


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