lunedì 29 luglio 2013

Muse: pagate tangenti a Roma per poter sparare i fuochi d'artificio durante lo show.





Suonare in Italia si sa. Spesso non è facile. Vuoi per le migliaia di regole da seguire. Vuoi per la mancanza di un festival nazionale centrale di musica alternativa. Vuoi la mancanza di associazioni che difendano in maniera ferrea i diritti di persone come musicisti, addetti ai lavori etc.

Difficoltà che però non colpiscono soltanto i piccoli gruppi underground. Ma anche quelli che senti in Radio. Vedi sui grandi schermi.

E' accaduto ai Muse. Matthew Bellamy ha dichiarato (nda. anche se non sono seguite conferme ufficiali da parte della band e nemmeno dalla loro crew) al Sun, famoso tabloid inglese, di aver dovuto pagare delle "mazzette" per poter svolgere in maniera completa il loro show di Roma. 

Copiamo ed incolliamo le dichiarazioni:

A Roma abbiamo dovuto corrompere della gente con migliaia di euro solo per essere autorizzati a sparare i nostri fuochi d’artificio. Abbiamo dovuto chiamare l’ambasciata inglese e discutere con dei diplomatici. Quando vuoi fare una cosa simile e sei lontano da casa è una cosa grossa. Molto costoso. A dirla tutta, è incredibile quanto sia costoso.

Una brutta esperienza per i Muse che getta luce su un problema ben noto e molto grave nel nostro paese. Un paese spesso che si muove soltanto a suon di soldi sottobanco. Favori e filosofia del "ci penso io". Una filosofia che trova il tempo che trova e che riduce le persone oneste a doversi sottomettere a sistemi marci che nulla hanno a che fare con la musica, in questo caso.

Un altro brutto episodio. Nel bel paese. Dove tutto procede secondo i piani. I piani di chi?




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